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Dr. Malavasi Claudio (Presidente)
Dr.ssa giovannesi Norma (Revisore Ministeriale)
Dr. Medici Andrea

Automobile Club Modena: 85 anni di servizi.

Anno domini 1926, addì 29 gennaio. I più bei nomi dell'imprenditoria modenese sono riuniti nella sala dell'Associazione Commercianti e Industriali: ci sono il cav. Sandonnino, l'ing. Magiera, Corni, Giulio Aggazzotti, l'avvocato Vittorio Arangio Ruiz (lo avrei poi incontrato sui testi della facoltà di Giurisprudenza) e, naturalmente, l'uomo che diverrà il modenese più celebre e celebrato nel mondo, il commendator Enzo Ferrari. Un mese più tardi nasce ufficialmente l'Automobile Club di Modena. Cos'è questo Club? Beh, un ente che vuole promuovere la cultura e la diffusione della macchina, è lapalissiano. Ma è, anche e soprattutto, una struttura che voleva, ha voluto, vuole e vorrà offrire servizi e agevolazioni ai suoi Soci. Leggo i primi, polverosi verbali del Consiglio Direttivo e noto: ribassi sui prezzi di acquisto dell'auto, sulle coperture e su tutti gli accessori, creazione di posteggi gratuiti per gli iscritti, sconti sulla benzina, valorizzazione delle manifestazioni automobilistiche sportive. L'associazione vede la luce per dar tutela e incremento all'automobile ma non dimentica, mai, che l'auto non vada sola, che sopra c'è una persona, e che questa persona non vive di sola macchina.

C'è una faccia istituzionale (servizi delegati dallo Stato, cioè riscossione delle tasse di circolazione e tenuta del Pubblico Registro Automobilistico) che si accompagna sempre ad un'altra, diciamo 'sociale'. L'attenzione per lo sport, non solo su 'quattro ruote', per il tempo libero (con le gite sociali, le proiezioni cinematografiche), per l'educazione stradale e la cultura della sicurezza. C'è già, in embrione, la 'prima pietra', su cui sorgerà l'A.C. di oggi,

la pietra filosofale che gli attuali vertici hanno saputo sviluppare: dalla valorizzazione dell'auto a quella dell'individuo.I libri mastri sono pieni di numeri, cifre, bilanci. I primi tempi sono fatti di spese oculate, dettagliate, minute. Dal posacenere al tavolino, dal distintivo sociale alla bicicletta. Possono far sorridere, ma danno la precisa sensazione che qui non si sia mai voluto fare il passo più lungo della gamba.

Sarà una costante dell'A.C. Modena. Con una doverosa precisazione. Il 'Club' non era e non è un'Opera Pia, quest'attenzione ai numeri è naturale e connaturata alla vita del sodalizio. Però i numeri vanno letti anche al di là dei confini della matematica, possono esprimere pure lo spirito, l'essenza di un Ente. Cifre a volte smilze, a volte più rotonde, ma improntate e tese a rendere comunque dei servizi ai membri dell'Associazione. Questo colpisce. Non si riesce a farli divertire, i Soci? Si cerca di farli risparmiare. Vedi la vicenda dei distributori di carburante gestiti da A.C. Modena fin dai primissimi anni di vita. Le spese per il personale, per la manutenzione, la concorrenza dei privati: insomma, i distributori non arricchiscono di certo le casse del 'Club', ma fanno risparmiare i Soci. Una lira, una lira e mezza per chilo di lubrificante. I distributori resteranno al loro posto. Dicevamo del mancato divertimento riferendoci all'aspetto 'sportivo' che ha sempre convissuto nell'anima A.C.

Dall'aprile del '27 in poi, questo sarà, talvolta, tasto dolente dei Consigli Direttivi e delle Assemblee Generali: organizzare manifestazioni agonistiche costa e l'alea della 'riuscita' fa sentire il suo fiato sull'andamento dei conti. Era la Modena la cui fama motoristica rombava per davvero dentro e fuori le mura cittadine. Circuito di Modena, Coppa delle Mille Miglia, Trofei Sport, gare di durata e resistenza, il Miglio lanciato sulla via Nonantolana, il Volante d'Argento. E ne scordo qualcuna. Gare che hanno segnato la storia del motorismo sportivo anche internazionale.

In tutte c'è stato lo 'zampino' dell'Automobile Club modenese. Nelle carte dell'archivio si alternano il 'compiacimento' per gli ottimi risultati sportivi e i 'purtroppo' delle perdite di gestione economica. Nella scia del fascino dei bolidi sta la dura legge del businnes, immutata nei secoli ed anche oggi uguale a se stessa: ''Grandi nomi di piloti, i quali intervengono solo quando ci siano in palio forti premi, la qual cosa non ci è concessa data la modesta se pur attiva entità del nostro bilancio', recita amaro un verbale del '31. A.C. Modena però c'è sempre. Anche se accade che debba limitarsi, peralcuni periodi, a svolgere azione 'fiancheggiatrice'; che tradotto dal verbalese vuol dire dare una mano alle gare altrui, tipo la Mille Miglia bresciana.

E del resto i 'numeri' sono importanti anche per le tasche dei cittadini e dei Soci. A.C. Modena lo sa e se si vede costretta a rinunciare alla spettacolarità di un Gran Premio, non desiste mai dall'indirizzare le risorse del suo bilancio alla soddisfazione del bilancio degli utenti. L'esempio citato dei distributori di carburante è uno solo fra i tanti.

Toccherà poi ai posteggi gratuiti per i tesserati, quello di piazza Matteotti, quello di piazza Roma, gli altri al Mercato Bestiame, in corso Canalgrande e via dicendo. Si leggono i documenti e si coglie tutto il sapore di un'epoca che non c'è più, quando le 'quattro ruote' erano in numero di 'due gatti' e Modena somigliava al Bengodi dei parcheggi. Altri tempi, altra Modena, altra società.

I posti auto, si diceva. La battaglia che combatterà il 'Club' per mantenerne la gratuità verso i Soci paradigma bene la vocazione dell'Ente al concetto di 'servizio': 'Attualmente il Socio che viaggia è molto facilitato anche dal lato economico'..in ogni città sede di A.C. vi sono i posteggi gratuiti', parole che arrivano da un marzo degli anni '30. Lotta che la sede modenese condurrà tessendo una fitta trama di accordi con gli altri Club della nostra regione per non smarrire i vantaggi derivanti ai tesserati. Alla fine del '52 dalla 'costola' esce un bel 'do di petto': ce l'ha fatta, i Soci manterranno i posteggi gratis presso tutte le sedi regionali. L'anno precedente la 'formichina' A.C. Modena si era industriata per far avere ai suoi membri uno sconto sulla fornitura di pneumatici; paiono piccole cose, vittorie di Pirro. Sbagliato. Il servizio è fatto anche di quotidianità, di risparmio sulle incombenze di tutti i giorni, di cose che l'immaginario collettivo fatica talvolta ad apprezzare. Ecco che arriva, al proposito, la bacchettata ai Signori Soci. Apprezzate anche gli aspetti 'burocratici' dell'Ente, gli si dice: 'Pensassero al risultato da noi raggiunto di dare la patente bollata e vidimata entro un'ora di tempo, e immaginassero lo stesso servizio affidato ad uffici di altro tipo'.'.

Ci si riferisce al volto istituzionale della struttura. Alla faccia parastatale o in odore di statale, per riprendere le parole del collega Leo Turrini, che aprono in maniera impeccabile questa pubblicazione (vedi l'intervista al Presidente Orlandi). La gente italica è spesso diffidente nei confronti dell'amministrazione e delle sue articolazioni, specie se precedute dall'aggettivo 'pubblica'. Ma anche questo è servizio. Che fa risparmiare tempo, danaro (visto che il tempo è danaro, in ossequio al motto) e snervanti file agli sportelli: più avanti leggerete che l'A.C. di oggi lo ha arricchito, questo servizio, aggiungendovi Bollo Sicuroe Protezione Patente, che vi avvisano delle scadenze e vi seguono dipanando i tortuosi meandri della carta bollata. Ne riparleremo. Ma il riferimento al medesimo compito affidato ad uffici di...altro tipo, suona di un'irresistibile ironica eleganza.

Certo, il bilancio. Un occhio va a quello. Ma lo sguardo, nel suo complesso, non smette di volgersi al portafogli dell'utente. D'accordo il bilancio, però pare che A.C. Modena si sforzi sempre di soppesare la bilancia. Il 'piatto' che regge i servizi da offrire ai Soci non deve soccombere all'altro, che pesa le cifre. Credo che il nocciolo dell'azione A.C. stia qui: nell'ascoltare le voci del 'dare e dell'avere' e nel non farsene intontire come corse il rischio il povero Ulisse. Le 'sirene' contabili non sovrastano la voce delle esigenze di coloro che dell'A.C. sono fruitori.
Anche se le funzioni sono quelle delegate dallo Stato e si tingono di amministrativo. Il vecchio Ufficio Commissionidegli anni '30 e '40 è un po' il precursore degli 'Uffici Tasse Automobilistiche' e 'Uffici Assistenza' dei giorni nostri. Oltre cinquant'anni fa, lo scrivevo poco sopra, la licenza di guida era timbrata e consegnata in appena un'oretta. Poi vengono, doveroso ricordarli, gli anni bui della guerra.
Che ha perso l'aggettivo 'Grande' (del primo conflitto mondiale), mantenendo però tutti gli altri. Orribile, Tragica, Tremenda, scegliete voi. Azzera tutto, la guerra. O quasi.

Anni di verbali 'veloci', lo si vede dalle grafie. Non c'è tempo per le Assemblee Generali, per i Consigli Direttivi. Non c'è tempo per l'automobile. Anche perché l'automobile quasi si estingue ed altrettanto è a dirsi per i Soci. Se ne contano 5 alla data della Liberazione. Pochissimi. Eppure già tanti, considerato ciò che è accaduto. Un 'brandello' di A.C. Modena si è salvato e da lì si riparte.

Anni di ricostruzione, dei mattoni e delle coscienze.
Si 'riedifica' anche all'A.C.: termina il periodo di commissariamento gestito da Zerbini e rinascono gli organismi interni tradizionali. All'insegna delle regole democratiche. Il 15 febbraio del '46 i 29 Soci presenti in sede possono finalmente discutere dell'elezione del nuovo Consiglio Direttivo. Lo scelgono nel mese successivo. Ed Enzo Ferrari ne resta escluso. Ci sono, per citare alcuni tra i neo-consiglieri, l'ex commissario Zerbini, il motorista Vittorio Stanguellini, l'avvocato Camillo Donati, 'uomo-Maserati', il conte Uberto Pignatti Morano, che ascenderà alla presidenza dell'Ente.

Anche per questo, forse, la storia dei rapporti tra Ferrari e A.C. non è stata sempre lineare: richieste di spostamento delle date di qualche Gran Premio di Modena, 'tira e molla' sull'eventuale partecipazione delle sue macchine, rinunce qua e là. Sanno di incomprensioni e 'dispetti' che verranno comunque ricomposti, fino ai grandi omaggi degli anni '80, allorchè l'Automobile Club organizzerà il RAID FERRARI D'EPOCA ed il FERRARI DAYS. Manifestazioni internazionali con mitiche 'Rosse' storiche, che portano sotto la Ghirlandina migliaia di appassionati di ogni parte del globo e riportano anche nomi leggendari del volante: Fangio, Cortese, Villoresi.

E' un salto nel passato, ai vecchi 'Circuito di Modena', con i vialoni del parco che rimbombano dei ruggiti del Cavallino, toccando piazza Grande, la pista di Fiorano, il tracciato di Imola e, immancabilmente, lo stabilimento di Maranello.

L'A.C. riassembla i pezzi, dicevamo.

Finito il tempo in cui il Club doveva barcamenarsi tra le più o meno esplicite interferenze della propaganda fascista, giostrando tra una sovvenzione all'Opera Nazionale Balilla ed un aumento della quota sociale a carico dei contribuenti-automobilisti, da devolvere poi alle 'casse' di Roma.

E' ora di riforme, a Modena e nell'Italia intera.

Quella del R.A.C.I. (il Reale Automobile Club d'Italia) va di pari passo con il riordinamento del 'Club locale'. Dai servizi delegati dallo Stato, al riassetto economico, alla rinascita delle competizioni ed attività sportive. Al ripristino, per capirci, di tutta quella costellazione di servizi ai Soci che era stata oscurata dall'eclissi del secondo conflitto mondiale.Anni di ripresa, quelli del dopoguerra. Riprende ciò che con i paroloni della sociologia si definisce 'l'ordinata convivenza civile'.

Anni di ripresa, quelli del dopoguerra. Riprende ciò che con i paroloni della sociologia si definisce 'l'ordinata convivenza civile'. Le scuole tornano a riempirsi e l'associazione di Modena affianca l'A.C.I. nella campagna scolastica sull'educazione stradale. Piano piano tornano i servizi alla persona, perché anche saper comportarsi in strada e nel rispetto del suo codice (della strada) è opera che rientra nell'ordinata convivenza civile. A.C. non smetterà di sedere sui banchi negli anni successivi, affiancando gli alunni ed il Provveditorato agli studi nella formazione di una più matura coscienza della circolazione e sicurezza viaria.

Spuntano, nella frenetica edilizia che corre verso la ricostruzione e la voglia di ricominciare, servizi nuovi per i Soci. Corre l'anno del '55 e il Club propone quello di Soccorso Stradale(S.O.S.). Lo fa a suo modo. Ricordate la 'bilancia' delle pagine scorse? Un occhio al bilancio proprio, un occhio a quello familiare degli iscritti. La nuova offerta non comporterà un aumento della quota sociale.

E' l'alba di una nuova epoca. L'automobile cambia pelle: non è più il 'gioiello' da mostrare orgogliosi in mezzo a velocipedi, calessi e pedoni. Diventa mezzo di comunicazione e strumento di vita quotidiana.

Si espande notevolmente la mole di servizi che il Club deve fornire ai suoi utenti ed il rapporto tra popolazione modenese e macchina.

Facciamo un po' di economia spicciola e parliamo di tassi di crescita e incrementi delle 'quattro ruote'.

Sul finire degli anni '50 la nostra provincia assommava bene o male mezzo milione di residenti. Le auto se ne stavano nel cantuccio, con le loro 12.000 unità: la supremazia era schiacciante, a favore dei bipedi, ovviamente. Una macchina ogni 41 abitanti, in pratica una mosca bianca.

Il 'ronzio' sarà destinato a moltiplicarsi all'ennesima potenza, assieme al numero di coloro che, con le chiavi della vettura, metteranno nelle tasche la tessera dell'A.C.

Le cifre degli anni '30 diventano 'preistoriche', irreversibilmente retrò: 305 Soci su 3000 auto-dotati. Roba d'altri tempi.

Il monito che viene da una pagina d'archivio degli esordi A.C. (si era nel 1930) è stato ascoltato. Suonava così: 'Bisogna ricordargli (agli automobilisti) che il R.A.C.I. ha potuto pesare notevolmente sul Governo, grazie al lavoro e alle iniziative degli A.C. provinciali. Bisogna saper trovare per loro la voce del dovere, che per ogni automobilista è quella di farsi socio del nostro Ente, che è quegli che difende i loro diritti'.

Ed è una difesa che A.C. Modena compie andando all'attacco, potenziando la gamma delle offerte, svezzando, con le sue scuole-guida, migliaia di concittadini nell'uso della macchina; proseguendo l'infaticabile lavoro dell'Ufficio Commissioni ante-guerra, cioè vidimando, bollando, evadendo, insomma, caterve di pratiche collegate a tutto quell'universo cartaceo che sta appena fuori dalla galassia-auto.Riprenderemo oltre l'analisi numerica di questa nuova era. Ora bisogna aprire una parentesi. Prestigiosa, felice (almeno dall'ottica sportiva) e chiusasi troppo in fretta. E' un intermezzo che dura undici anni e che si lega visceralmente all'anima sportiva del nostro Automobile Club.Aerautodromo è un nome che farà venire la pelle d'oca a tanti fra voi, fra noi anzi, che siamo 'gente del motore'; per undici anni Modena è una Capitale dell'auto che può affiancare al suo 'Parlamento', fatto di geniali imprese e carrozzerie artigiane che sfornano meraviglie a quattro ruote, anche un 'Esecutivo' degno di tal nome.

E' il circuito che sorgeva nell'area dell'attuale parco Ferrari e di cui ora resta qualche striscia d'asfalto ingoiata dal verde. Era la sede destinata ad 'applicare' le illuminanti creazioni uscite dalle nostrane officine: test di prova, di messa a punto, ma anche, naturalmente, gli epiloghi più amati dal grande pubblico, la spettacolarità pura. Le corse, i Gran Premi. L'Aerautodromo nasce dalla fusione di due precise esigenze. Una appena ricordata, di avere un 'banco di prova' effettivo per le tante creature delle case automobilistiche del modenese. L'altra, non più procrastinabile, di matrice tragica: le gare sulle strade, urbane od extra-urbane che siano, con la gente assiepata ai margini della carreggiata, come ancor oggi capita nei rallye, sono troppo pericolose. Affascinanti ma rischiosissime. La memoria corre anch'essa veloce, sopra quelle stradine dei primi del '900 solcate da tanti demiurghi del volante. Va al 1910, con Nazzaro che trionfa nel Record Mondiale del Miglio, sulla via Nonantolana, lasciandosi alle spalle un nome che scriverà un bel pezzo di storia delle quattro ruote; gli finisce dietro, a Nazzaro, un certo signor Vincenzo Lancia. L'anno seguente ecco l'incidente, verificatosi durante le prove e che sconsiglia la ripetizione della corsa.

Il ricordo prosegue con le edizioni del 'Circuito delle Tre Province', sulla tratta tosco-emiliana (Bologna ' Pistoia ' Modena), l'ultima delle quali vinta, nel '31, dall'indimenticabile Nuvolari; va ancora oltre, con gli otto appuntamenti (non consecutivi) del 'Circuito di Modena', snodatisi dal 1927 al 1947. Prime due edizioni su tracciato extra-urbano di oltre dieci chilometri (via Emilia - Scartazza ' Vignolese ' di nuovo sulla via Emilia). Vittoria di chi? Di un tal Enzo Ferrari su Alfa'

Dalla campagna, il rombo famelico dei motori arriva a squarciare il cuore della città: da ripetere per quaranta volte l'anello dei viali, con Nuvolari sempre a farla da padrone (tre vittorie) e Cortese che seguiva a ruota, degno valletto (due successi).

Anche qui, ineluttabile, il risvolto tragico, con la Delage di Giovanni Bracco che il 28 settembre 1947 scaraventa i suoi 12 quintali sulla messe di pubblico a bordo-viali. E' troppo. Ci vuole un autodromo vero e proprio. A.C. Modena è tra i padri fondatori della struttura, si adopera fortissimamente per vederla realizzata. E passare dalla 'carta' alla realtà non è affatto semplice: occorrono sinergie con le Amministrazioni Locali, con l'A.C.I. centrale, servono parecchi soldini. Per vedere le corse vere bisogna prima vincere questa, di corsa. A Modena ci si riesce. Anche perché l'opportunità è ghiotta: c'è l'occasione di dare lavoro a tante 'braccia' rimaste disoccupate nell'immediato dopoguerra.

Tant'è, L'Aerautodromo sorge e così viene chiamato per ricordarne la vocazione poliedrica. Quell'area è del demanio militare, e tra una manifestazione e l'altra continuano le 'grandi manovre' del Battaglione Sesto Pesante Campale, i voli dell'Aereo Club cittadino e quelli, solo sognati, per l'esportazione dei nostri principali prodotti alimentari.

Ospita di tutto un po', non solo auto. Le dispute motociclistiche, che sopravviveranno alle 'quattro ruote', proseguendo fino al '77-'78 e facendo in tempo a battezzare un giovane centauro gialloblù di belle speranze, che risponde al nome di Luca Cadalora; vi transita pure la tappa di cronometro a squadre del ciclistico Giro d'Italia '53, con l'inarrivabile 'airone' Coppi. Passano financo le signore-bene del jet-set casalingo e internazionale, magari per assistere alla tappa (Firenze ' Milano) del primo Rally del Cinema.

Per non perdersi, invece, nell'arcipelago di competizioni riservate alle vetture, rimembreremo solamente i sette Gran Premi di Modena, di F.2 e F.1, le tre edizioni della Riunione dei Primati (con i concorrenti che facevano gara a sé, cercando di ottenere il tempo più veloce per ogni categoria di partecipanti), le cinque del Campionato Italiano delle Università e gli assortiti Trofei Sport, Junior e Gran Turismo.

Il guaio è che l'impianto arranca dietro all'evoluzione delle norme che regolano le competizioni agonistiche, e gli incidenti mortali che si verificano non giovano alla causa. Dalla Commissione Provinciale arriva lo 'stop'. Con un colpo di coda alimentato dalla passione sportiva dell'A.C. Modena, si fanno i lavori di miglioria (che comprendono anche la riasfaltatura del manto) e si ottiene un nuovo 'ok': durerà giusto il tempo per altri due Gran Premi di Modena, che comunque il Club riesce a regalare alla Ghirlandina. A.C. da sola non può fare i miracoli. L'inagibilità riguarda la sicurezza in generale, la collocazione del pubblico, la larghezza della pista. Nel '61 l'Aerautodromo è costretto a serrare i battenti, almeno per le disfide tra autovetture.

Si chiude così una parentesi bella e tutt'ora irripetuta dell'automobilismo sportivo modenese.

Nel Terzo Millennio 'Modena terra di motori' non ha più un proprio circuito e nemmeno quel museo dell'auto d'epoca tante volte sulla bocca di troppi. La cultura del ricordo resta affidata a pochissimi missionari encomiabili: si perpetua con le collezioni private di Umberto Panini e Mario Righini, cui si aggiungono i musei (sempre privati) Stanguellini e De Tomaso.

Ma avevamo lasciato l'A.C. alle prese con la 'matematica' di una nuova età. Terminata la suggestiva favola dell'Aerautodromo, il Club deve confrontarsi con una macchina che sparisce dalla pista ma dilaga sulle strade dei comuni mortali: la 'mosca bianca' è diventata più nera della pece. In appena vent'anni ha scaravoltato le proporzioni con l'essere umano; sul finire del '76 alle 580.000 anime del comprensorio corrispondono 200.000 vetture. Il 'sorpasso' è vicino (una ogni 2,7 abitanti). Modena è in cima alla classifica della motorizzazione, con un incremento che sfora il 1000%.

A.C. regge l'onda d'urto egregiamente: è una mareggiata, tanto per esemplificare, fatta di 67.000 persone che, nel periodo compreso tra il '57 ed il '77, conseguono la patente servendosi delle sue scuole-guida!

Una risacca, questa, che giunge sino al maggio del '96: collaborazione con Comune e Vigili Urbani per notiziare ogni mattina, sulle emittenti radio televisive, i guidatori gialloblù sulle condizioni del traffico urbano. Onda su onda arriva anche Onda Blu (questo il nome del servizio).

Ci si irrobustisce, si creano ramificazioni in tutta la provincia: sono le delegazioni (in termine tecnico) della sede cittadina, i 'servizi periferici'. Si potenziano gli organici del personale e si costruisce una rete che ha pochi rivali a livello nazionale. Solo le sedi di Roma, Milano e Torino possono competere con la nostra.

Il Club, dunque, prosegue nella sua azione trainante e di stimolo per gli A.C. del Paese. Proprio come aveva fatto nel '59 , con un convegno che illustrava alla cittadinanza il codice della strada.Dal '59 al '93 con la 'legge al volante': il 24 maggio di otto anni fa ecco il vademecum che riassume tutte le principali novità del nuovo Codice della Strada, distribuito ai Soci dopo prezioso lavoro di sintesi della Commissione Giuridica dell'A.C.

Non ci si dimentica che ogni macchina ha le sue esigenze 'amministrative' (come l'immatricola-zione, tanto per dire) e non si i tralascia, soprattutto, che ogni Socio che ci sale sopra ne ha altrettante. L'educazione stradale è tra le principali e infatti A.C. non ne prescinde mai.

Poco prima che il calendario passi a segnare il terzo millennio, A.C. 'si compra', completando il processo di formazione dei propri beni patrimoniali. Trova casa nel palazzo vicino cui rotolò il mio pallone, ricordate?, (lo stabile di viale Verdi numero 7), e ci abita a tutt'oggi; acquista inoltre gli immobili che ospitano le sue numerose articolazioni provinciali (per chiudere il cerchio manca solo Vignola, ma siamo in dirittura d'arrivo).

Ci si può preparare per il meglio all'ultimo ventennio del ventesimo secolo: quello che accentua la filosofia 'illuministica' dell'Automobile Club di Modena.

Dicevamo illuminista, perché negli ultimi vent'anni si compie il processo che porta la persona, il signor automobilista, al centro dell'universo A.C.
La persona che usa la macchina ma che fa anche sport, che viaggia nel tempo libero, che investe nelle sue attività.

Il mondo del Terzo Millennio sta andando veloce, quasi quanto le Ferrari che hanno felicemente ripreso l'età dell'oro, quando il loro Papà commentava la messe di successi con una smorfia di compiacimento dietro le lenti scure degli occhiali. Questo era Enzo Ferrari, uno che diceva che la vittoria più bella era quella ancora da venire.Possiamo dire che lo spirito dell'A.C. è un po' come il suo? Lo diciamo. Non ci si accontenta di ciò che si è fatto. A Modena si vuole tenere il passo. Nascono i servizi Acitour, Acileasing, Bollo Sicuro, Protezione Patente.

E' seguito il socio che vuole andare in vacanza, con gli sportelli Acitour che fungono da agenzia di viaggio, quello che con la macchina ci lavora, e A.C. Modena estrae dal cilindro delle offerte il pacchetto di finanziamento basato sulla formula della locazione di beni mobili e immobili; quello che è afflitto dalla sindrome di Dante e si ritrova, nel mezzo del cammin di sua vita, perso in una selva oscura'A.C. ha il filo di Arianna anche per uscire dai labirinti della macchinosa 'burocrazia della macchina'. E' un filo che nasce 75 anni fa e che si rafforza sempre più. Che il Presidente A.C. del 1946 mostrava di aver compreso benissimo: 'Il compito del Consiglio Direttivo è quello di tutelare i loro interessi (dei Soci) e curare al massimo l'assistenza, specialmente nel disbrigo delle aggrovigliate pratiche burocratiche'. La memoria storica dell'A.C non si scorda le parole del conte Uberto Pignatti, attuali come non mai, in un'Italia che, purtroppo, era ed è rimasta 'aggrovigliata' nei laccioli della carta bollata. E' il 1982: la Nazionale vince i mondiali di calcio e A.C. Modena espugna definitivamente il 'campo' delle pratiche auto: Bollo Sicuro e Protezione Patentesono due goal pesanti, che risparmiano all'utente tempo e danaro, avvisandolo delle scadenze amministrative e seguendolo nei rinnovi delle tasse di circolazione e della licenza di guida.

Tiene il passo, A.C. Modena, perché non dimentica da dove viene, il suo passato: non scorda che guidare una macchina è cosa che sa fare una buona metà dell'umanità, ma guidare nel rispetto delle regole e degli altri è sintomo di civiltà. Continua a predicare il 'Vangelo' dei Padri Fondatori dell'Automobile Club gialloblù. Educazione e sicurezza stradali. Allora le si perseguiva magari segnalando alle Istituzioni ed ai Vigili Urbani qualche cartello segnaletico fuori posto, una curva pericolosa, l'opportunità di cambiare un senso di marcia e decidendo di tenere un corso di guida per i Signori Magistrati (anno 1933). Oggi, e nel frattempo, le dieci scuole-guida dell'A.C. modenese hanno insegnato a migliaia di concittadini i segreti del motore e del codice della strada; i corsi di 'galateo del volante' sono approdati sui banchi di scuola con l'ormai quinta edizione di In viaggio con papà: dicono che si apprenda meglio da piccoli, e allora A.C. Modena è andata in classe con i bimbi delle IV e V elementari per insegnare quelle che dovrebbero essere le elementari regole di 'convivenza stradale'.

E le campagne non sono rimaste solo quelle della Modena rurale che fu. A queste si sono aggiunte quelle sulla guida sicura e sulla sicurezza stradale, insieme alle cinque edizioni de Il Volantissimo, manifestazione con prove di abilità a carattere non agonistico, perché i guidatori possano sempre essere in grado di tenere le briglie dei cavalli fiscali, pochi o tanti che siano.

A.C. non si è persa nella tarantella frenetica della società di oggi, perché ne ha compreso e adottato i nuovi strumenti di comunicazione: dall'utilizzo del satellite e della rete di Internet, alla consulenza in tempo reale di Medico Pronto, che tutela la salute dei Soci, sempre incrociando le dita, beninteso, e scongiurando l'eventualità di un incidente in macchina!

Ha capito insomma che l'automobile, da status symbol, è divenuta padrona delle vie, mezzo di comunicazione, strumento di lavoro. Compagna di vita di un popolo che, potendo, con lei salirebbe anche le scale. E prima o poi le inventeranno, le macchine che ti portano fin sulla scrivania dell'ufficio!'

Così, diventano profetiche le parole che riecheggiano dal 25 febbraio del 1951, in uno dei tanti verbaloni che raccolgono la storia del Club dell'Automobile: 'Essa va vista anche quale mezzo di comunicazione e di scambi culturali'.

Ecco il motivo per cui A.C.ha saputo cogliere la vitale importanza, per il Socio, di avere un mezzo sempre in perfetta efficienza, che non lo tradisca lasciandolo a piedi: e dunque i servizi di Aci Mobile e Meccanico Amico, pronti a garantire la riparazione del beneamato veicolo sul luogo di 'fermo' e quelle effettuate a seguito di interventi prestati dal suo Soccorso Stradale.

Ha scommesso sulle esigenze dell'homo automobilisticus, che sta diventando sempre più sapiens (anche se talvolta viene da dubitarne) epperò non è fatto di sola automobile. La scommessa può dirsi vinta perché il Club di Modena ha voluto considerare prima l'uomo-cittadino e poi il 'pilota'.

Volete il colmo dell'automobilista? Non guidare, ma 'essere guidato' da A.C. nelle sue scelte di persona. Che vanno oltre un'immatricolazione al P.R.A., comprendendo pure la ricerca del biglietto aereo che consacri qualche meritato momento di svago, magari ai Caraibi (beato chi può andarci): nessun problema, ci pensa la Biglietteria di Acitour.

Se poi i Caraibi non vi aggradano, cari amici Soci, potete sempre optare per i pacchetti turistici e le iniziative speciali (sportive, culturali) che vi propone Acisestante, riservato in esclusiva a Voi.

E' un Automobile Club, questo della Ghirlandina, che non si è mai voluto vedere ed essere da Voi visto quale 'longa manus' di un apparato pseudo-burocratico, delegato dallo Stato all'esazione dei tributi di circolazione e di altri ammennicoli vari. Non si è limitato al compitino, ha scelto di essere un Ente di servizi all'utente tout court, anche quando sveste i panni di conducente.

Perché al 24 ottobre 2001 siete tanti, cari Amici, precisamente in 34.201,ad avere nel portafogli la tessera A.C.?

Due risposte: la prima sta in una grande e recentissima novità. Da quest'anno potete 'personalizzare' il vostro modo di essere Soci. A Carpi come a Canicattì, l'assistenza A.C.I. sale a bordo di qualunque vettura su cui viaggiate, anche se da semplici passeggeri!

La seconda è quella che mi do io, con una eco che arriva da un giorno di fine marzo del '29.

Ai vostri nonni e padri venne detto, in quella lontana e neonata Assemblea Generale dei Soci (il Club era ancora in 'fasce', con i suoi tre anni di vita), che 'se ne conquistano di nuovi quando si è in grado di soddisfarli appieno nelle loro esigenze'.

Parola di A.C. Modena, da 80 anni.